
Il progetto Ritorno al bosco è stato creato per tornare al bosco.Bosco non solo come luogo fisico ma come luogo da sempre legato al racconto e all’immaginario di pericolo e paura. Paura però che ogni animale conosce quando si muove, paura che può voler dire sopravvivenza, paura che noi uomini abbiamo dimenticato. Il lavoro parte da qui per riflettere sulla vulnerabilità dell’uomo. Il bosco e l’aperto lo ricollocano al fianco degli altri essere viventi, condividendone i pericoli e il non procedere con passo fermo ma ascoltando, sostando, sentendosi ospiti e non padroni. Vogliamo entrare in relazione con il bosco come un luogo vivo e vissuto, un luogo che può e deve far paura, che genera quel sacro timore, timore che vuol dire rispetto, timore che si sente quando si entra in un luogo sacro, timore che è essenziale per entrare nel bosco.
Il racconto è tratto da un fatto realmente accaduto all’autrice nella primavera del 2023 quando allertata da un vicino, si unisce nella ricerca di un animale scomparso nel bosco dove abita. Sceglie di farlo in solitaria per tre giorni, tentando inutili richiami. Finché, arrivando alla cascata, si trova davanti una visione bellissima e tremenda. L’animale giace morto sotto al pelo dell’acqua. Sembra vivo con il muso che scruta il fondo e con il corpo mosso delicatamente dalla corrente. La potenza di quell’immagine rimane per mesi impressa negli occhi dell’autrice.
Di e con: Erica Meucci
Accompagnamento nel bosco: Andrea Mori
Cura del suono: Glauco Salvo
Foto e video: Viola Nedrotti