C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.

Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti

 ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.

Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.

Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.

Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.

Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.

Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.

Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?

Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.

Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.

La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.

La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione. 

I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.

Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.

Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.

C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.

Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti

 ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.

Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.

Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.

Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.

Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.

Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.

Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?

Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.

Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.

La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.

La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione. 

I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.

Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.

Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.

C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.

Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti

 ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.

Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.

Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.

Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.

Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.

Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.

Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?

Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.

Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.

La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.

La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione. 

I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.

Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.

Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.

C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.

Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti

 ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.

Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.

Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.

Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.

Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.

Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.

Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?

Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.

Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.

La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.

La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione. 

I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.

Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.

Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.

C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.

Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti

 ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.

Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.

Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.

Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.

Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.

Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.

Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?

Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.

Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.

La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.

La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione. 

I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.

Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.

Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.

Plantasia è un mondo inesplorato per la maggior parte di noi.
Una dimensione alternativa nella quale inconsapevolmente viviamo; perfettamente mimetizzata nella quotidianità e quasi sempre invisibile ai nostri occhi nonostante rappresenti la quasi totalità della biomassa terrestre.
É la condizione imprescindibile della Vita: senza l’attività che viene svolta in Plantasia, il pianeta Terra non sarebbe diverso dagli altri pianeti non idonei alla Vita della nostra galassia.
Non ha mai reso conto di nulla ma lavora sempre per garantirci aria, cibo ed energia;

E noi non abbiamo mai ringraziato.
Ultimamente però stiamo ricevendo messaggi inequivocabili: siccità, eventi climatici estremi e temperature anomale sembrano proprio volerci dire: “così non va bene!”
Lo sfruttamento intensivo delle risorse, la sovrappopolazione e sopratutto l’enorme quantità di Co2 che produciamo come scarto di qualsiasi attività umana, rende sempre più insostenibile il lavoro di fotosintesi che devono svolgere i membri per eccellenza di Plantasia, le piante e gli alberi.
Perché Plantasia è il Mondo Vegetale: ci circonda quasi ovunque, ma raramente ci fermiamo a dedicargli un pensiero e mai ci è venuto in mente di ringraziare un platano per il semplice fatto di esistere e di donarci la vita!
Il nostro viaggio attraverso Plantasia è quindi una dichiarazione d’amore e riconoscenza, ma soprattutto un momento per diffondere conoscenza e consapevolezza nei confronti del Mondo Vegetale.
Quindi, lasciamo da parte il nostro abituale antropocentrismo per un’oretta e partiamo alla scoperta di Plantasia!
Lo spettacolo è guidato da Musica e Parole che si alterneranno in scena:
Le parole sono quelle di Giacomo Moro Mauretto, biologo evoluzionista, divulgatore scientifico e fondatore del canale YouTube “Entropy for Life”;
Attraverso vari monologhi originali, scopriremo elementi peculiari e curiosità del mondo vegetale con
l’obiettivo di conoscere meglio i meccanismi della natura e il ruolo che ricoprono nelle attuali questioni
legate al riscaldamento globale.
La Musica è quella del Quintetto Fiati Placard che estenderà la percezione degli argomenti trattati
eseguendo una propria versione inedita completamente acustica dell’album di musica elettronica del 1976 “Mother Earth’s Plantasia” del compositore Mort Garson. L’album, come dichiarato dall’autore in copertina, vuole “aiutare le nostre piante a crescere sane e forti” e costituisce un omaggio al mondo vegetale, testimoniando l’apertura all’idea che questo non sia inerte e passivo ma che celi insospettabili doti “sensibili”. Nella nostra versione i brani assumono un’innovativa caratteristica Classico-Contemporanea attraverso la fusione del gusto raffinato e “easy-listening” del Garson anni ‘70 e delle potenzialità timbriche del quintetto fiati.
Lo spettacolo è pensato per essere fruito da chiunque: a prescindere dall’età e dal contesto nel quale viene messo in scena, rappresenterà una preziosa occasione di crescita culturale, un contatto con mondi artistici spesso lontani, una “lente” attraverso cui vedere il mondo che ci circonda e (forse) il primo passo verso un’esistenza più sostenibile.

Plantasia è un mondo inesplorato per la maggior parte di noi.
Una dimensione alternativa nella quale inconsapevolmente viviamo; perfettamente mimetizzata nella quotidianità e quasi sempre invisibile ai nostri occhi nonostante rappresenti la quasi totalità della biomassa terrestre.
É la condizione imprescindibile della Vita: senza l’attività che viene svolta in Plantasia, il pianeta Terra non sarebbe diverso dagli altri pianeti non idonei alla Vita della nostra galassia.
Non ha mai reso conto di nulla ma lavora sempre per garantirci aria, cibo ed energia;

E noi non abbiamo mai ringraziato.
Ultimamente però stiamo ricevendo messaggi inequivocabili: siccità, eventi climatici estremi e temperature anomale sembrano proprio volerci dire: “così non va bene!”
Lo sfruttamento intensivo delle risorse, la sovrappopolazione e sopratutto l’enorme quantità di Co2 che produciamo come scarto di qualsiasi attività umana, rende sempre più insostenibile il lavoro di fotosintesi che devono svolgere i membri per eccellenza di Plantasia, le piante e gli alberi.
Perché Plantasia è il Mondo Vegetale: ci circonda quasi ovunque, ma raramente ci fermiamo a dedicargli un pensiero e mai ci è venuto in mente di ringraziare un platano per il semplice fatto di esistere e di donarci la vita!
Il nostro viaggio attraverso Plantasia è quindi una dichiarazione d’amore e riconoscenza, ma soprattutto un momento per diffondere conoscenza e consapevolezza nei confronti del Mondo Vegetale.
Quindi, lasciamo da parte il nostro abituale antropocentrismo per un’oretta e partiamo alla scoperta di Plantasia!
Lo spettacolo è guidato da Musica e Parole che si alterneranno in scena:
Le parole sono quelle di Giacomo Moro Mauretto, biologo evoluzionista, divulgatore scientifico e fondatore del canale YouTube “Entropy for Life”;
Attraverso vari monologhi originali, scopriremo elementi peculiari e curiosità del mondo vegetale con
l’obiettivo di conoscere meglio i meccanismi della natura e il ruolo che ricoprono nelle attuali questioni
legate al riscaldamento globale.
La Musica è quella del Quintetto Fiati Placard che estenderà la percezione degli argomenti trattati
eseguendo una propria versione inedita completamente acustica dell’album di musica elettronica del 1976 “Mother Earth’s Plantasia” del compositore Mort Garson. L’album, come dichiarato dall’autore in copertina, vuole “aiutare le nostre piante a crescere sane e forti” e costituisce un omaggio al mondo vegetale, testimoniando l’apertura all’idea che questo non sia inerte e passivo ma che celi insospettabili doti “sensibili”. Nella nostra versione i brani assumono un’innovativa caratteristica Classico-Contemporanea attraverso la fusione del gusto raffinato e “easy-listening” del Garson anni ‘70 e delle potenzialità timbriche del quintetto fiati.
Lo spettacolo è pensato per essere fruito da chiunque: a prescindere dall’età e dal contesto nel quale viene messo in scena, rappresenterà una preziosa occasione di crescita culturale, un contatto con mondi artistici spesso lontani, una “lente” attraverso cui vedere il mondo che ci circonda e (forse) il primo passo verso un’esistenza più sostenibile.

Plantasia è un mondo inesplorato per la maggior parte di noi.
Una dimensione alternativa nella quale inconsapevolmente viviamo; perfettamente mimetizzata nella quotidianità e quasi sempre invisibile ai nostri occhi nonostante rappresenti la quasi totalità della biomassa terrestre.
É la condizione imprescindibile della Vita: senza l’attività che viene svolta in Plantasia, il pianeta Terra non sarebbe diverso dagli altri pianeti non idonei alla Vita della nostra galassia.
Non ha mai reso conto di nulla ma lavora sempre per garantirci aria, cibo ed energia;

E noi non abbiamo mai ringraziato.
Ultimamente però stiamo ricevendo messaggi inequivocabili: siccità, eventi climatici estremi e temperature anomale sembrano proprio volerci dire: “così non va bene!”
Lo sfruttamento intensivo delle risorse, la sovrappopolazione e sopratutto l’enorme quantità di Co2 che produciamo come scarto di qualsiasi attività umana, rende sempre più insostenibile il lavoro di fotosintesi che devono svolgere i membri per eccellenza di Plantasia, le piante e gli alberi.
Perché Plantasia è il Mondo Vegetale: ci circonda quasi ovunque, ma raramente ci fermiamo a dedicargli un pensiero e mai ci è venuto in mente di ringraziare un platano per il semplice fatto di esistere e di donarci la vita!
Il nostro viaggio attraverso Plantasia è quindi una dichiarazione d’amore e riconoscenza, ma soprattutto un momento per diffondere conoscenza e consapevolezza nei confronti del Mondo Vegetale.
Quindi, lasciamo da parte il nostro abituale antropocentrismo per un’oretta e partiamo alla scoperta di Plantasia!
Lo spettacolo è guidato da Musica e Parole che si alterneranno in scena:
Le parole sono quelle di Giacomo Moro Mauretto, biologo evoluzionista, divulgatore scientifico e fondatore del canale YouTube “Entropy for Life”;
Attraverso vari monologhi originali, scopriremo elementi peculiari e curiosità del mondo vegetale con
l’obiettivo di conoscere meglio i meccanismi della natura e il ruolo che ricoprono nelle attuali questioni
legate al riscaldamento globale.
La Musica è quella del Quintetto Fiati Placard che estenderà la percezione degli argomenti trattati
eseguendo una propria versione inedita completamente acustica dell’album di musica elettronica del 1976 “Mother Earth’s Plantasia” del compositore Mort Garson. L’album, come dichiarato dall’autore in copertina, vuole “aiutare le nostre piante a crescere sane e forti” e costituisce un omaggio al mondo vegetale, testimoniando l’apertura all’idea che questo non sia inerte e passivo ma che celi insospettabili doti “sensibili”. Nella nostra versione i brani assumono un’innovativa caratteristica Classico-Contemporanea attraverso la fusione del gusto raffinato e “easy-listening” del Garson anni ‘70 e delle potenzialità timbriche del quintetto fiati.
Lo spettacolo è pensato per essere fruito da chiunque: a prescindere dall’età e dal contesto nel quale viene messo in scena, rappresenterà una preziosa occasione di crescita culturale, un contatto con mondi artistici spesso lontani, una “lente” attraverso cui vedere il mondo che ci circonda e (forse) il primo passo verso un’esistenza più sostenibile.

Plantasia è un mondo inesplorato per la maggior parte di noi.
Una dimensione alternativa nella quale inconsapevolmente viviamo; perfettamente mimetizzata nella quotidianità e quasi sempre invisibile ai nostri occhi nonostante rappresenti la quasi totalità della biomassa terrestre.
É la condizione imprescindibile della Vita: senza l’attività che viene svolta in Plantasia, il pianeta Terra non sarebbe diverso dagli altri pianeti non idonei alla Vita della nostra galassia.
Non ha mai reso conto di nulla ma lavora sempre per garantirci aria, cibo ed energia;

E noi non abbiamo mai ringraziato.
Ultimamente però stiamo ricevendo messaggi inequivocabili: siccità, eventi climatici estremi e temperature anomale sembrano proprio volerci dire: “così non va bene!”
Lo sfruttamento intensivo delle risorse, la sovrappopolazione e sopratutto l’enorme quantità di Co2 che produciamo come scarto di qualsiasi attività umana, rende sempre più insostenibile il lavoro di fotosintesi che devono svolgere i membri per eccellenza di Plantasia, le piante e gli alberi.
Perché Plantasia è il Mondo Vegetale: ci circonda quasi ovunque, ma raramente ci fermiamo a dedicargli un pensiero e mai ci è venuto in mente di ringraziare un platano per il semplice fatto di esistere e di donarci la vita!
Il nostro viaggio attraverso Plantasia è quindi una dichiarazione d’amore e riconoscenza, ma soprattutto un momento per diffondere conoscenza e consapevolezza nei confronti del Mondo Vegetale.
Quindi, lasciamo da parte il nostro abituale antropocentrismo per un’oretta e partiamo alla scoperta di Plantasia!
Lo spettacolo è guidato da Musica e Parole che si alterneranno in scena:
Le parole sono quelle di Giacomo Moro Mauretto, biologo evoluzionista, divulgatore scientifico e fondatore del canale YouTube “Entropy for Life”;
Attraverso vari monologhi originali, scopriremo elementi peculiari e curiosità del mondo vegetale con
l’obiettivo di conoscere meglio i meccanismi della natura e il ruolo che ricoprono nelle attuali questioni
legate al riscaldamento globale.
La Musica è quella del Quintetto Fiati Placard che estenderà la percezione degli argomenti trattati
eseguendo una propria versione inedita completamente acustica dell’album di musica elettronica del 1976 “Mother Earth’s Plantasia” del compositore Mort Garson. L’album, come dichiarato dall’autore in copertina, vuole “aiutare le nostre piante a crescere sane e forti” e costituisce un omaggio al mondo vegetale, testimoniando l’apertura all’idea che questo non sia inerte e passivo ma che celi insospettabili doti “sensibili”. Nella nostra versione i brani assumono un’innovativa caratteristica Classico-Contemporanea attraverso la fusione del gusto raffinato e “easy-listening” del Garson anni ‘70 e delle potenzialità timbriche del quintetto fiati.
Lo spettacolo è pensato per essere fruito da chiunque: a prescindere dall’età e dal contesto nel quale viene messo in scena, rappresenterà una preziosa occasione di crescita culturale, un contatto con mondi artistici spesso lontani, una “lente” attraverso cui vedere il mondo che ci circonda e (forse) il primo passo verso un’esistenza più sostenibile.