“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

“Notturni della Città – La Notte dell’Ossola” è uno spettacolo itinerante, parte del format
site-specific di Teatro di Narrazione Notturni della Città, che intende ripercorrere la storia
della Repubblica Partigiana dell’Ossola nei luoghi in cui si è svolta, attraverso il racconto dei
suoi protagonisti. Articolato su un percorso che presumibilmente partirà da Fondotoce,
toccando Mergozzo, Ornavasso, Premosello, Cimamulera, Villadossola, Croppo di
Trontano e terminando a Domodossola (davanti al Palazzo di Città, in quella che oggi si
chiama proprio Piazza Repubblica dell’Ossola), lo spettacolo riassume in una sorta di
“struttura circolare” la notte della riconquista e la notte della caduta della Repubblica
dell’Ossola, raccontandone i personaggi e i fatti salienti: dalle fucilazioni del Giugno 1944,
fino alla resa delle forze fasciste e repubblichine del 9 Settembre, dalla morte di Alfredo Di
Dio e Attilio Moneta del 12 Ottobre, fino alla ripresa di Domodossola e alla caduta della
Repubblica il 14 dello stesso mese, e alla resistenza del Liceo Ginnasio dei Padri
Rosminiani. Il percorso, svolto su strada con l’ausilio di un bus (sia esso “prestato” alla
teatralizzazione, o mezzo specificamente rimodulato come bus-theatre), rimanda alla
tradizione del teatro viaggiante e, permetterà agli spettatori un’immersione ulteriore nella
vicenda attraverso l’ascolto delle voci vive dei testimoni del tempo: la drammaturgia sarà
infatti completata dall’attore e regista durante una residenza artistica (da un minimo di 10
a un massimo di 20 giorni), in cui effettuerà registrazioni audio e/o video dei testimoni
oculari e degli abitanti del luogo, consulterà gli archivi in loco, lavorando di concerto con le
istituzioni, gli enti locali e i semplici cittadini. Lo stesso pubblico è quindi potenzialmente
co-autore del testo, in un ciclo virtuoso di coinvolgimento attivo nel processo di scrittura
e narrazione, che renda possibile stabilire un legame a doppio filo tra un luogo, le sue
storie e la Storia con l’iniziale maiuscola, portando il teatro anche in luoghi diversi da quelli
comunemente deputati alla rappresentazione di uno spettacolo.

Fondotoce, la notte tra il 20 e il 21 Giugno 1944. In mezzo a un prato, poco distante dal
canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, si individua a malapena
un’ombra che si muove tra i pochi alberi alla luce della luna. È Carlo Suzzi, ha diciotto anni,
e nel pomeriggio del giorno precedente era stato condotto in quel posto insieme ad altri
quarantadue partigiani condannati alla fucilazione. Carlo non sa perché si è salvato, perché
ha avuto l’immensa fortuna di riuscire a fingersi morto, nascosto tra i cadaveri di chi era
morto davvero. Sa solo che, quando riuscirà a ricongiungersi con i suoi compagni, avrà un
nuovo nome di battaglia: si chiamerà Quarantatrè, il numero mancante alla conta dei morti
di Fondotoce, l’eccezionalità della speranza, la volontà di tornare a combattere anche in
nome di chi ha perso la vita per difendere un ideale.
Inizia da qui “La Notte dell’Ossola”, dal racconto della fucilazione del 20 Giugno 1944 nel
luogo esatto in cui si è svolta, davanti al muro che oggi ricorda i nomi dei caduti per la
liberazione dell’intera Valle. Gli spettatori saranno condotti in un viaggio che attraversa
materialmente i luoghi e il tempo, muovendosi lungo il corso del fiume Toce fino a
Domodossola, dove ogni tappa è occasione per un racconto, riannodando i fili della Storia
per ricomporre il grande affresco in più tempi e a più mani che è stata la Repubblica
Partigiana dell’Ossola.

Con Stefano Annoni, Luca Rodella

Musiche dal vivo di Roberto Dibitonto, Francesco Marchetti, Diego Paul Galtieri

Regia e drammaturgia Luca Rodella

Il NUOVO spettacolo degli Jaga Pirates si presenta come un surreale susseguirsi di musica, dialoghi teatrali e sketch partecipati direttamente dal pubblico. Forti dei passati 4 lavori (tra cui: Camios 2021 – Quelli che… prod. Teatro Franco Parenti, Lemon Live Show 2022), la band teatrale è sempre più centrata verso questa forma unica di concerto spettacolo. 5 musicisti che sono 5 attori, 5 attori che sono 5 musicisti. Dove trova, questa ciurma, la forza per ripartire ogni volta, per rinascere, risorgere in una maniera così esplosiva? Ecco servito il tema della serata.

A colpi di musica, canzoni e dialoghi teatrali, le anime vagabonde di Gaber e Jannacci approdano infine a sponde paradisiache. Esploreranno il rinascere, ricominciare e affrontare una nuova vita, con sì di nietzschiana memoria. Il repertorio musicale rivisto e ampliato presenterà, oltre ai brani selezionati a tema dal repertorio dei Due Corsari, anche inediti della band.

Dopo il limbo alla Beckett di “Aspettando i limoni” e la traversata infernale …a riveder i limoni del dantesco “Fuoco ai limoni”, Jaga Pirates offre il terzo e ultimo capitolo della trilogia: “La rinascita dei limoni”.

Per viaggiare ancora insieme alle migliori melodie di Giorgio Gaber e Enzo Jannacci, e vivere la profondità irriverente e evocativa che i Due Corsari ci hanno lasciato.

Gli Jaga Pirates, band teatrale, nascono nel 2018 con la missione di mettere in viaggio per l’aldilà le anime dei due grandi artisti Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, esplorando in chiave esagerata ed esplosiva il teatro-canzone.