Intimità Provvisorie è un progetto musicale nato da un’idea di Sofia Weck ed elaborato in collaborazione con Francesco V. Grigolo: si tratta di una proposta artistica con testi e musiche originali per voci e strumenti, pensata per quattro esecutori: Giulia Bertasi, Claudio Giacomazzi, Francesco V. Grigolo e Sofia Weck.
“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie”, ha scritto il poeta Franco Arminio: la nostra ricerca, ispirata da questa frase, parte da un’indagine su cosa siano le intimità provvisorie, quali i confini tra gli individui, quante le forme possibili di un’interazione intima.
Tra ottobre e dicembre 2023 si terranno dieci repliche, soprattutto in luoghi marginali e non convenzionali, pensate come incontri musicali site specific, ciascuna suddivisa in tre momenti: una presentazione musicale, uno scambio musicoverbale e un momento di confronto sul tema col pubblico partecipante e una restituzione inclusiva e collettiva.
Intimità Provvisorie è un progetto musicale nato da un’idea di Sofia Weck ed elaborato in collaborazione con Francesco V. Grigolo: si tratta di una proposta artistica con testi e musiche originali per voci e strumenti, pensata per quattro esecutori: Giulia Bertasi, Claudio Giacomazzi, Francesco V. Grigolo e Sofia Weck.
“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie”, ha scritto il poeta Franco Arminio: la nostra ricerca, ispirata da questa frase, parte da un’indagine su cosa siano le intimità provvisorie, quali i confini tra gli individui, quante le forme possibili di un’interazione intima.
Tra ottobre e dicembre 2023 si terranno dieci repliche, soprattutto in luoghi marginali e non convenzionali, pensate come incontri musicali site specific, ciascuna suddivisa in tre momenti: una presentazione musicale, uno scambio musicoverbale e un momento di confronto sul tema col pubblico partecipante e una restituzione inclusiva e collettiva.
Intimità Provvisorie è un progetto musicale nato da un’idea di Sofia Weck ed elaborato in collaborazione con Francesco V. Grigolo: si tratta di una proposta artistica con testi e musiche originali per voci e strumenti, pensata per quattro esecutori: Giulia Bertasi, Claudio Giacomazzi, Francesco V. Grigolo e Sofia Weck.
“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie”, ha scritto il poeta Franco Arminio: la nostra ricerca, ispirata da questa frase, parte da un’indagine su cosa siano le intimità provvisorie, quali i confini tra gli individui, quante le forme possibili di un’interazione intima.
Tra ottobre e dicembre 2023 si terranno dieci repliche, soprattutto in luoghi marginali e non convenzionali, pensate come incontri musicali site specific, ciascuna suddivisa in tre momenti: una presentazione musicale, uno scambio musicoverbale e un momento di confronto sul tema col pubblico partecipante e una restituzione inclusiva e collettiva.
Il progetto Ritorno al bosco è stato creato per tornare al bosco.Bosco non solo come luogo fisico ma come luogo da sempre legato al racconto e all’immaginario di pericolo e paura. Paura però che ogni animale conosce quando si muove, paura che può voler dire sopravvivenza, paura che noi uomini abbiamo dimenticato. Il lavoro parte da qui per riflettere sulla vulnerabilità dell’uomo. Il bosco e l’aperto lo ricollocano al fianco degli altri essere viventi, condividendone i pericoli e il non procedere con passo fermo ma ascoltando, sostando, sentendosi ospiti e non padroni. Vogliamo entrare in relazione con il bosco come un luogo vivo e vissuto, un luogo che può e deve far paura, che genera quel sacro timore, timore che vuol dire rispetto, timore che si sente quando si entra in un luogo sacro, timore che è essenziale per entrare nel bosco.
Il racconto è tratto da un fatto realmente accaduto all’autrice nella primavera del 2023 quando allertata da un vicino, si unisce nella ricerca di un animale scomparso nel bosco dove abita. Sceglie di farlo in solitaria per tre giorni, tentando inutili richiami. Finché, arrivando alla cascata, si trova davanti una visione bellissima e tremenda. L’animale giace morto sotto al pelo dell’acqua. Sembra vivo con il muso che scruta il fondo e con il corpo mosso delicatamente dalla corrente. La potenza di quell’immagine rimane per mesi impressa negli occhi dell’autrice.
Di e con: Erica Meucci
Accompagnamento nel bosco: Andrea Mori
Cura del suono: Glauco Salvo
Foto e video: Viola Nedrotti
A partire da un’indagine condotta tra il 2019 e il 2022 sulle persone senza dimora a Milano, il giovane autore e regista Lorenzo Ponte insieme al collettivo PRAXIS prova a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità e su quali valori si fondi il nostro vivere comune. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo
profeta, che maledice la follia che domina la città e offre a tutti una via di salvezza.
In scena l’altra faccia di una città che si vorrebbe sempre splendente e in espansione.
A partire da un’indagine condotta tra il 2019 e il 2022 sulle persone senza dimora a Milano, il giovane autore e regista Lorenzo Ponte insieme al collettivo PRAXIS prova a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità e su quali valori si fondi il nostro vivere comune. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo
profeta, che maledice la follia che domina la città e offre a tutti una via di salvezza.
In scena l’altra faccia di una città che si vorrebbe sempre splendente e in espansione.
A partire da un’indagine condotta tra il 2019 e il 2022 sulle persone senza dimora a Milano, il giovane autore e regista Lorenzo Ponte insieme al collettivo PRAXIS prova a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità e su quali valori si fondi il nostro vivere comune. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo
profeta, che maledice la follia che domina la città e offre a tutti una via di salvezza.
In scena l’altra faccia di una città che si vorrebbe sempre splendente e in espansione.
A partire da un’indagine condotta tra il 2019 e il 2022 sulle persone senza dimora a Milano, il giovane autore e regista Lorenzo Ponte insieme al collettivo PRAXIS prova a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità e su quali valori si fondi il nostro vivere comune. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo
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A partire da un’indagine condotta tra il 2019 e il 2022 sulle persone senza dimora a Milano, il giovane autore e regista Lorenzo Ponte insieme al collettivo PRAXIS prova a riflettere sul nostro rapporto con la marginalità e su quali valori si fondi il nostro vivere comune. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo
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