il buio non è tenero – unplugged” prevede la circuitazione dello spettacolo “il buio non è tenero” condensato nella sua versione più urgente ed essenziale, nelle province di Lodi, Monza, Cremona, Pavia, nelle aree periferiche di San Siro e Barona e in quelle dell’hinterland di San Donato, San Siro, Cernusco sul Naviglio, Buccinasco, presso le Camere del lavoro provinciali e realtà che già cerchino di creare occasioni di aggregazione e di cultura in zone periferiche.

Lo spettacolo

Esistono età in cui “hai tutta la vita davanti” , ma già hai fatto scelte importanti e i sogni devono assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. Oppure devono rimanere tali, dei sogni, da mettere da parte.

Esistono età in cui non si può più essere figli e per la prima volta si vedono fallimenti e debolezze dei genitori come fossero moniti. In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembrano averla la precarietà e l’isolamento, forse il futuro è proprio l’incertezza. Questo buio che fa paura.

Diventare adulti significa abituarsi al buio?

Nello spettacolo si intrecciano diversi linguaggi: scene dialogate, narrazione, autobiografia e linguaggi fisici e gestuali, grazie anche alla collaborazione con la danzatrice-coreografa Stefania Tansini. La drammaturgia originale nasce da un lavoro di scrittura scenica in cui improvvisazione e composizione lucida si sono alternate, alimentate dai testi poetici di Emily Dickinson e Alberto Dubito, da Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, dai fumetti di Andrea Pazienza e Zerocalcare e da episodi quotidiani di vita precaria

Corrono parallele tre strade. Una è abitata da personaggi “intrusi” , venditori di delusioni, ultimi esemplari di specie estinte, voci che fanno comparsa sulla scena per sostenere le loro verità. Un’altra strada è quella tracciata dalle vite dei due attori, in forma di racconti e ricordi legati alle loro biografie. L’ultima strada è quella che ripercorre la storia di LUI e LEI. Due ragazzi alla fine dei vent’anni, precari in tutto, nel lavoro, nel sentire e nelle aspirazioni.. Anni di frustrazioni, di vita precaria e una notizia inaspettata, però, li costringeranno ad una scelta: decidere cosa fare della distanza tra chi sono e chi vogliono essere.

Qual è il motore più potente, la paura o il desiderio?

il buio non è tenero

uno spettacolo di: il turno di notte

di e con: Silvia Pallotti e Tommaso Russi

consulenza al movimento scenico: Stefania Tansini

scene: Marianna Cavallotti

musiche: Stefano Bossi

il buio non è tenero – unplugged” prevede la circuitazione dello spettacolo “il buio non è tenero” condensato nella sua versione più urgente ed essenziale, nelle province di Lodi, Monza, Cremona, Pavia, nelle aree periferiche di San Siro e Barona e in quelle dell’hinterland di San Donato, San Siro, Cernusco sul Naviglio, Buccinasco, presso le Camere del lavoro provinciali e realtà che già cerchino di creare occasioni di aggregazione e di cultura in zone periferiche.

Lo spettacolo

Esistono età in cui “hai tutta la vita davanti” , ma già hai fatto scelte importanti e i sogni devono assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. Oppure devono rimanere tali, dei sogni, da mettere da parte.

Esistono età in cui non si può più essere figli e per la prima volta si vedono fallimenti e debolezze dei genitori come fossero moniti. In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembrano averla la precarietà e l’isolamento, forse il futuro è proprio l’incertezza. Questo buio che fa paura.

Diventare adulti significa abituarsi al buio?

Nello spettacolo si intrecciano diversi linguaggi: scene dialogate, narrazione, autobiografia e linguaggi fisici e gestuali, grazie anche alla collaborazione con la danzatrice-coreografa Stefania Tansini. La drammaturgia originale nasce da un lavoro di scrittura scenica in cui improvvisazione e composizione lucida si sono alternate, alimentate dai testi poetici di Emily Dickinson e Alberto Dubito, da Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, dai fumetti di Andrea Pazienza e Zerocalcare e da episodi quotidiani di vita precaria

Corrono parallele tre strade. Una è abitata da personaggi “intrusi” , venditori di delusioni, ultimi esemplari di specie estinte, voci che fanno comparsa sulla scena per sostenere le loro verità. Un’altra strada è quella tracciata dalle vite dei due attori, in forma di racconti e ricordi legati alle loro biografie. L’ultima strada è quella che ripercorre la storia di LUI e LEI. Due ragazzi alla fine dei vent’anni, precari in tutto, nel lavoro, nel sentire e nelle aspirazioni.. Anni di frustrazioni, di vita precaria e una notizia inaspettata, però, li costringeranno ad una scelta: decidere cosa fare della distanza tra chi sono e chi vogliono essere.

Qual è il motore più potente, la paura o il desiderio?

il buio non è tenero

uno spettacolo di: il turno di notte

di e con: Silvia Pallotti e Tommaso Russi

consulenza al movimento scenico: Stefania Tansini

scene: Marianna Cavallotti

musiche: Stefano Bossi

il buio non è tenero – unplugged” prevede la circuitazione dello spettacolo “il buio non è tenero” condensato nella sua versione più urgente ed essenziale, nelle province di Lodi, Monza, Cremona, Pavia, nelle aree periferiche di San Siro e Barona e in quelle dell’hinterland di San Donato, San Siro, Cernusco sul Naviglio, Buccinasco, presso le Camere del lavoro provinciali e realtà che già cerchino di creare occasioni di aggregazione e di cultura in zone periferiche.

Lo spettacolo

Esistono età in cui “hai tutta la vita davanti” , ma già hai fatto scelte importanti e i sogni devono assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. Oppure devono rimanere tali, dei sogni, da mettere da parte.

Esistono età in cui non si può più essere figli e per la prima volta si vedono fallimenti e debolezze dei genitori come fossero moniti. In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembrano averla la precarietà e l’isolamento, forse il futuro è proprio l’incertezza. Questo buio che fa paura.

Diventare adulti significa abituarsi al buio?

Nello spettacolo si intrecciano diversi linguaggi: scene dialogate, narrazione, autobiografia e linguaggi fisici e gestuali, grazie anche alla collaborazione con la danzatrice-coreografa Stefania Tansini. La drammaturgia originale nasce da un lavoro di scrittura scenica in cui improvvisazione e composizione lucida si sono alternate, alimentate dai testi poetici di Emily Dickinson e Alberto Dubito, da Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, dai fumetti di Andrea Pazienza e Zerocalcare e da episodi quotidiani di vita precaria

Corrono parallele tre strade. Una è abitata da personaggi “intrusi” , venditori di delusioni, ultimi esemplari di specie estinte, voci che fanno comparsa sulla scena per sostenere le loro verità. Un’altra strada è quella tracciata dalle vite dei due attori, in forma di racconti e ricordi legati alle loro biografie. L’ultima strada è quella che ripercorre la storia di LUI e LEI. Due ragazzi alla fine dei vent’anni, precari in tutto, nel lavoro, nel sentire e nelle aspirazioni.. Anni di frustrazioni, di vita precaria e una notizia inaspettata, però, li costringeranno ad una scelta: decidere cosa fare della distanza tra chi sono e chi vogliono essere.

Qual è il motore più potente, la paura o il desiderio?

il buio non è tenero

uno spettacolo di: il turno di notte

di e con: Silvia Pallotti e Tommaso Russi

consulenza al movimento scenico: Stefania Tansini

scene: Marianna Cavallotti

musiche: Stefano Bossi

il buio non è tenero – unplugged” prevede la circuitazione dello spettacolo “il buio non è tenero” condensato nella sua versione più urgente ed essenziale, nelle province di Lodi, Monza, Cremona, Pavia, nelle aree periferiche di San Siro e Barona e in quelle dell’hinterland di San Donato, San Siro, Cernusco sul Naviglio, Buccinasco, presso le Camere del lavoro provinciali e realtà che già cerchino di creare occasioni di aggregazione e di cultura in zone periferiche.

Lo spettacolo

Esistono età in cui “hai tutta la vita davanti” , ma già hai fatto scelte importanti e i sogni devono assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. Oppure devono rimanere tali, dei sogni, da mettere da parte.

Esistono età in cui non si può più essere figli e per la prima volta si vedono fallimenti e debolezze dei genitori come fossero moniti. In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembrano averla la precarietà e l’isolamento, forse il futuro è proprio l’incertezza. Questo buio che fa paura.

Diventare adulti significa abituarsi al buio?

Nello spettacolo si intrecciano diversi linguaggi: scene dialogate, narrazione, autobiografia e linguaggi fisici e gestuali, grazie anche alla collaborazione con la danzatrice-coreografa Stefania Tansini. La drammaturgia originale nasce da un lavoro di scrittura scenica in cui improvvisazione e composizione lucida si sono alternate, alimentate dai testi poetici di Emily Dickinson e Alberto Dubito, da Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, dai fumetti di Andrea Pazienza e Zerocalcare e da episodi quotidiani di vita precaria

Corrono parallele tre strade. Una è abitata da personaggi “intrusi” , venditori di delusioni, ultimi esemplari di specie estinte, voci che fanno comparsa sulla scena per sostenere le loro verità. Un’altra strada è quella tracciata dalle vite dei due attori, in forma di racconti e ricordi legati alle loro biografie. L’ultima strada è quella che ripercorre la storia di LUI e LEI. Due ragazzi alla fine dei vent’anni, precari in tutto, nel lavoro, nel sentire e nelle aspirazioni.. Anni di frustrazioni, di vita precaria e una notizia inaspettata, però, li costringeranno ad una scelta: decidere cosa fare della distanza tra chi sono e chi vogliono essere.

Qual è il motore più potente, la paura o il desiderio?

il buio non è tenero

uno spettacolo di: il turno di notte

di e con: Silvia Pallotti e Tommaso Russi

consulenza al movimento scenico: Stefania Tansini

scene: Marianna Cavallotti

musiche: Stefano Bossi

Wondering Project – progetto teatrale di ricerca

Nella parola sole sto a gambe nude

A testa scoperta nella parola pioggia

A occhi bendati nella parola nebbia

Faccio bocconi della parola pane

La parola acqua mi scorre in gola

E la parola neve prenderò coi guanti

(…)

Giusi Quarenghi

1 METRO QUADRATO DI VERDE è un progetto di ricerca teatrale. L’inizio di un viaggio. O meglio, la sua prosecuzione.

Sviluppa la progettualità iniziata con WONDERME e la consolida, identificando chiaramente un genere, una poetica, una modalità di linguaggi e i suoi destinatari. Il gruppo artistico acquisisce il nome di WONDERING PROJECT e dichiara i suoi intenti: si rivolge all’infanzia, privilegia l’incontro con piccoli gruppi di spettatori, utilizza linguaggi teatrali innovativi, evocativi, emozionali e sensoriali, propone il teatro in natura, in modalità sostenibile. Non considera lo spettacolo come conseguenza di un sapere ‘tecnico’ bensì la risultante di un tempo di studio, osservazione, ricerca teatrale. Nell’evento performativo poesia e teatro si mescolano sottovoce in un meraviglioso non-tempo dedicato all’arte e all’educazione, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, in un concetto di offerta teatrale diffusa e accessibile a tutti.

Con1 METRO QUADRATO DI VERDE apriremo a bambini e insegnanti alcuni aspetti della ricerca che avviene prima dello spettacolo compiuto.

Quando le idee hanno bisogno di essere mostrate, riscritte o cancellate. Verificate e create insieme al proprio pubblico. Dove le visioni artistiche trovano spazio e tempo. Dove il lavoro scenico, drammaturgico, registico e attorale è ancora allo stato grezzo e incontra per la prima volta il suo pubblico. Quel momento di cui il teatro non può fare a meno e in cui i pensieri si trasformano in comunicazione possibile.

Entreremo quindi negli spazi educativi outdoor e lavoreremo con le comunità educanti per verificare, sperimentare e creare insieme.

L’argomento centrale sarà LA SENSORIALITA’.

Attraverso i sensi conosciamo il mondo. Attraverso i sensi amiamo, ci arrabbiamo, abbiamo memoria. Sentiamo la vita.

Seguiremo la suggestione artistica e metodologica mutuata da un libro: “La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura”. Interprete principale del libro è un metro quadrato di foresta, una piccola finestra spalancata sul vasto mondo della natura, tutta testimoniata in quella piccola superficie, che l’autore osserva a lungo, annotando pensieri e narrazioni.

Per la creazione della performance useremo perciò come elemento scenografico un metro quadrato di verde, un giardino in miniatura.

A simboleggiare il valore enorme, anche in piccola scala, del patrimonio naturale.

Sperimenteremo assieme al nostro pubblico, attraverso i linguaggi performativi e teatrali, le opportunità sensoriali che questo mondo naturale in miniatura ci offrirà. Annoteremo pensieri e narrazioni. E infine creeremo una mappa virtuale, per raccogliere e mettere insieme tutto il lavoro di ricerca.

Ketti Grunchi

Francesca Bellini

Delfina Pevere

Wondering Project – progetto teatrale di ricerca

Nella parola sole sto a gambe nude

A testa scoperta nella parola pioggia

A occhi bendati nella parola nebbia

Faccio bocconi della parola pane

La parola acqua mi scorre in gola

E la parola neve prenderò coi guanti

(…)

Giusi Quarenghi

1 METRO QUADRATO DI VERDE è un progetto di ricerca teatrale. L’inizio di un viaggio. O meglio, la sua prosecuzione.

Sviluppa la progettualità iniziata con WONDERME e la consolida, identificando chiaramente un genere, una poetica, una modalità di linguaggi e i suoi destinatari. Il gruppo artistico acquisisce il nome di WONDERING PROJECT e dichiara i suoi intenti: si rivolge all’infanzia, privilegia l’incontro con piccoli gruppi di spettatori, utilizza linguaggi teatrali innovativi, evocativi, emozionali e sensoriali, propone il teatro in natura, in modalità sostenibile. Non considera lo spettacolo come conseguenza di un sapere ‘tecnico’ bensì la risultante di un tempo di studio, osservazione, ricerca teatrale. Nell’evento performativo poesia e teatro si mescolano sottovoce in un meraviglioso non-tempo dedicato all’arte e all’educazione, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, in un concetto di offerta teatrale diffusa e accessibile a tutti.

Con1 METRO QUADRATO DI VERDE apriremo a bambini e insegnanti alcuni aspetti della ricerca che avviene prima dello spettacolo compiuto.

Quando le idee hanno bisogno di essere mostrate, riscritte o cancellate. Verificate e create insieme al proprio pubblico. Dove le visioni artistiche trovano spazio e tempo. Dove il lavoro scenico, drammaturgico, registico e attorale è ancora allo stato grezzo e incontra per la prima volta il suo pubblico. Quel momento di cui il teatro non può fare a meno e in cui i pensieri si trasformano in comunicazione possibile.

Entreremo quindi negli spazi educativi outdoor e lavoreremo con le comunità educanti per verificare, sperimentare e creare insieme.

L’argomento centrale sarà LA SENSORIALITA’.

Attraverso i sensi conosciamo il mondo. Attraverso i sensi amiamo, ci arrabbiamo, abbiamo memoria. Sentiamo la vita.

Seguiremo la suggestione artistica e metodologica mutuata da un libro: “La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura”. Interprete principale del libro è un metro quadrato di foresta, una piccola finestra spalancata sul vasto mondo della natura, tutta testimoniata in quella piccola superficie, che l’autore osserva a lungo, annotando pensieri e narrazioni.

Per la creazione della performance useremo perciò come elemento scenografico un metro quadrato di verde, un giardino in miniatura.

A simboleggiare il valore enorme, anche in piccola scala, del patrimonio naturale.

Sperimenteremo assieme al nostro pubblico, attraverso i linguaggi performativi e teatrali, le opportunità sensoriali che questo mondo naturale in miniatura ci offrirà. Annoteremo pensieri e narrazioni. E infine creeremo una mappa virtuale, per raccogliere e mettere insieme tutto il lavoro di ricerca.

Ketti Grunchi

Francesca Bellini

Delfina Pevere

Wondering Project – progetto teatrale di ricerca

Nella parola sole sto a gambe nude

A testa scoperta nella parola pioggia

A occhi bendati nella parola nebbia

Faccio bocconi della parola pane

La parola acqua mi scorre in gola

E la parola neve prenderò coi guanti

(…)

Giusi Quarenghi

1 METRO QUADRATO DI VERDE è un progetto di ricerca teatrale. L’inizio di un viaggio. O meglio, la sua prosecuzione.

Sviluppa la progettualità iniziata con WONDERME e la consolida, identificando chiaramente un genere, una poetica, una modalità di linguaggi e i suoi destinatari. Il gruppo artistico acquisisce il nome di WONDERING PROJECT e dichiara i suoi intenti: si rivolge all’infanzia, privilegia l’incontro con piccoli gruppi di spettatori, utilizza linguaggi teatrali innovativi, evocativi, emozionali e sensoriali, propone il teatro in natura, in modalità sostenibile. Non considera lo spettacolo come conseguenza di un sapere ‘tecnico’ bensì la risultante di un tempo di studio, osservazione, ricerca teatrale. Nell’evento performativo poesia e teatro si mescolano sottovoce in un meraviglioso non-tempo dedicato all’arte e all’educazione, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, in un concetto di offerta teatrale diffusa e accessibile a tutti.

Con1 METRO QUADRATO DI VERDE apriremo a bambini e insegnanti alcuni aspetti della ricerca che avviene prima dello spettacolo compiuto.

Quando le idee hanno bisogno di essere mostrate, riscritte o cancellate. Verificate e create insieme al proprio pubblico. Dove le visioni artistiche trovano spazio e tempo. Dove il lavoro scenico, drammaturgico, registico e attorale è ancora allo stato grezzo e incontra per la prima volta il suo pubblico. Quel momento di cui il teatro non può fare a meno e in cui i pensieri si trasformano in comunicazione possibile.

Entreremo quindi negli spazi educativi outdoor e lavoreremo con le comunità educanti per verificare, sperimentare e creare insieme.

L’argomento centrale sarà LA SENSORIALITA’.

Attraverso i sensi conosciamo il mondo. Attraverso i sensi amiamo, ci arrabbiamo, abbiamo memoria. Sentiamo la vita.

Seguiremo la suggestione artistica e metodologica mutuata da un libro: “La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura”. Interprete principale del libro è un metro quadrato di foresta, una piccola finestra spalancata sul vasto mondo della natura, tutta testimoniata in quella piccola superficie, che l’autore osserva a lungo, annotando pensieri e narrazioni.

Per la creazione della performance useremo perciò come elemento scenografico un metro quadrato di verde, un giardino in miniatura.

A simboleggiare il valore enorme, anche in piccola scala, del patrimonio naturale.

Sperimenteremo assieme al nostro pubblico, attraverso i linguaggi performativi e teatrali, le opportunità sensoriali che questo mondo naturale in miniatura ci offrirà. Annoteremo pensieri e narrazioni. E infine creeremo una mappa virtuale, per raccogliere e mettere insieme tutto il lavoro di ricerca.

Ketti Grunchi

Francesca Bellini

Delfina Pevere

Wondering Project – progetto teatrale di ricerca

Nella parola sole sto a gambe nude

A testa scoperta nella parola pioggia

A occhi bendati nella parola nebbia

Faccio bocconi della parola pane

La parola acqua mi scorre in gola

E la parola neve prenderò coi guanti

(…)

Giusi Quarenghi

1 METRO QUADRATO DI VERDE è un progetto di ricerca teatrale. L’inizio di un viaggio. O meglio, la sua prosecuzione.

Sviluppa la progettualità iniziata con WONDERME e la consolida, identificando chiaramente un genere, una poetica, una modalità di linguaggi e i suoi destinatari. Il gruppo artistico acquisisce il nome di WONDERING PROJECT e dichiara i suoi intenti: si rivolge all’infanzia, privilegia l’incontro con piccoli gruppi di spettatori, utilizza linguaggi teatrali innovativi, evocativi, emozionali e sensoriali, propone il teatro in natura, in modalità sostenibile. Non considera lo spettacolo come conseguenza di un sapere ‘tecnico’ bensì la risultante di un tempo di studio, osservazione, ricerca teatrale. Nell’evento performativo poesia e teatro si mescolano sottovoce in un meraviglioso non-tempo dedicato all’arte e all’educazione, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, in un concetto di offerta teatrale diffusa e accessibile a tutti.

Con1 METRO QUADRATO DI VERDE apriremo a bambini e insegnanti alcuni aspetti della ricerca che avviene prima dello spettacolo compiuto.

Quando le idee hanno bisogno di essere mostrate, riscritte o cancellate. Verificate e create insieme al proprio pubblico. Dove le visioni artistiche trovano spazio e tempo. Dove il lavoro scenico, drammaturgico, registico e attorale è ancora allo stato grezzo e incontra per la prima volta il suo pubblico. Quel momento di cui il teatro non può fare a meno e in cui i pensieri si trasformano in comunicazione possibile.

Entreremo quindi negli spazi educativi outdoor e lavoreremo con le comunità educanti per verificare, sperimentare e creare insieme.

L’argomento centrale sarà LA SENSORIALITA’.

Attraverso i sensi conosciamo il mondo. Attraverso i sensi amiamo, ci arrabbiamo, abbiamo memoria. Sentiamo la vita.

Seguiremo la suggestione artistica e metodologica mutuata da un libro: “La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura”. Interprete principale del libro è un metro quadrato di foresta, una piccola finestra spalancata sul vasto mondo della natura, tutta testimoniata in quella piccola superficie, che l’autore osserva a lungo, annotando pensieri e narrazioni.

Per la creazione della performance useremo perciò come elemento scenografico un metro quadrato di verde, un giardino in miniatura.

A simboleggiare il valore enorme, anche in piccola scala, del patrimonio naturale.

Sperimenteremo assieme al nostro pubblico, attraverso i linguaggi performativi e teatrali, le opportunità sensoriali che questo mondo naturale in miniatura ci offrirà. Annoteremo pensieri e narrazioni. E infine creeremo una mappa virtuale, per raccogliere e mettere insieme tutto il lavoro di ricerca.

Ketti Grunchi

Francesca Bellini

Delfina Pevere

Wondering Project – progetto teatrale di ricerca

Nella parola sole sto a gambe nude

A testa scoperta nella parola pioggia

A occhi bendati nella parola nebbia

Faccio bocconi della parola pane

La parola acqua mi scorre in gola

E la parola neve prenderò coi guanti

(…)

Giusi Quarenghi

1 METRO QUADRATO DI VERDE è un progetto di ricerca teatrale. L’inizio di un viaggio. O meglio, la sua prosecuzione.

Sviluppa la progettualità iniziata con WONDERME e la consolida, identificando chiaramente un genere, una poetica, una modalità di linguaggi e i suoi destinatari. Il gruppo artistico acquisisce il nome di WONDERING PROJECT e dichiara i suoi intenti: si rivolge all’infanzia, privilegia l’incontro con piccoli gruppi di spettatori, utilizza linguaggi teatrali innovativi, evocativi, emozionali e sensoriali, propone il teatro in natura, in modalità sostenibile. Non considera lo spettacolo come conseguenza di un sapere ‘tecnico’ bensì la risultante di un tempo di studio, osservazione, ricerca teatrale. Nell’evento performativo poesia e teatro si mescolano sottovoce in un meraviglioso non-tempo dedicato all’arte e all’educazione, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, in un concetto di offerta teatrale diffusa e accessibile a tutti.

Con1 METRO QUADRATO DI VERDE apriremo a bambini e insegnanti alcuni aspetti della ricerca che avviene prima dello spettacolo compiuto.

Quando le idee hanno bisogno di essere mostrate, riscritte o cancellate. Verificate e create insieme al proprio pubblico. Dove le visioni artistiche trovano spazio e tempo. Dove il lavoro scenico, drammaturgico, registico e attorale è ancora allo stato grezzo e incontra per la prima volta il suo pubblico. Quel momento di cui il teatro non può fare a meno e in cui i pensieri si trasformano in comunicazione possibile.

Entreremo quindi negli spazi educativi outdoor e lavoreremo con le comunità educanti per verificare, sperimentare e creare insieme.

L’argomento centrale sarà LA SENSORIALITA’.

Attraverso i sensi conosciamo il mondo. Attraverso i sensi amiamo, ci arrabbiamo, abbiamo memoria. Sentiamo la vita.

Seguiremo la suggestione artistica e metodologica mutuata da un libro: “La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura”. Interprete principale del libro è un metro quadrato di foresta, una piccola finestra spalancata sul vasto mondo della natura, tutta testimoniata in quella piccola superficie, che l’autore osserva a lungo, annotando pensieri e narrazioni.

Per la creazione della performance useremo perciò come elemento scenografico un metro quadrato di verde, un giardino in miniatura.

A simboleggiare il valore enorme, anche in piccola scala, del patrimonio naturale.

Sperimenteremo assieme al nostro pubblico, attraverso i linguaggi performativi e teatrali, le opportunità sensoriali che questo mondo naturale in miniatura ci offrirà. Annoteremo pensieri e narrazioni. E infine creeremo una mappa virtuale, per raccogliere e mettere insieme tutto il lavoro di ricerca.

Ketti Grunchi

Francesca Bellini

Delfina Pevere