
C’è una cosa che ci accomuna – o così dovrebbe essere per tutti – ed è la casa.
Ognuno di noi ha una casa: grande, piccola, buia o luminosa, un grattacielo in città, una villa in campagna, una casa sull’acqua o sul cucuzzolo di una montagna. Una baita con le finestre rotte o un veliero con gli oblò, un palazzo con i tappeti persiani o una mansarda con le scale pericolanti…
ma in questa storia non parleremo delle mille case diverse del mondo. In questa storia parleremo di una città, con tanti palazzi tutti uguali, dove ogni appartamento, che sembra uguale all’altro, in realtà nasconde mille differenze.
Le nostre due protagoniste, in un certo senso si assomigliano, vivono proprio nello stesso palazzo.
Sono vicine, vicine di casa, ma non potrebbero essere più lontane.
Andrea e Andrea hanno lo stesso nome, la stessa età e lo stesso indirizzo ma le loro case sono molto diverse, così come lo sono i loro gusti, le loro facce e le loro abitudini.
Un’ Andrea è precisa, metodica e puntuale. L’altra Andrea è disordinata, imprecisa, trascurata.
Un giorno una lettera arriva all’Andrea sbagliata e le due vicine di casa dovranno per forza incontrarsi.
Cosa succederà? Potranno le due Andrea diventare vicine/amiche pur nella loro diversità?
Lo spettacolo sarà un racconto semplice e immediato sull’incontro e sulla diversità. Un invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.
Esplorare l’universo dell’Altro, spesso significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diversità. L’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Non è sempre facile convivere con le differenze ma si può imparare a farlo.
Nello spettacolo verranno così attraversate diverse tematiche tra cui il rapporto con il diverso e la conoscenza di sé, la convivenza e la cura dello spazio comune, la forza del gruppo e della condivisione, la capacità di sapersi mettere in discussione per risolvere i conflitti e per costruire un ambiente che sia per tutti confortevole.
La drammaturgia dello spettacolo avrà in parte una struttura di drammaturgia aperta. Saranno lasciati momenti liberi di improvvisazione, dove le attrici si rivolgeranno direttamente al pubblico per aiuti, consigli e prove da superare che serviranno ad andare avanti nella storia. Il pubblico diventerà così spettatore attivo in grado di modificare l’andamento della vicenda e di riflettere assieme su come i problemi possano essere risolti in gruppo.
La scenografia avrà un impianto minimale per poter essere trasportata agilmente nelle varie location e sarà composta da semplici elementi scenici necessari alla narrazione. Oggetti di uso comune saranno trasformati in maniera evocativa per alimentare la fantasia e l’immaginazione del pubblico, che sarà spesso ingaggiata come parte attiva della narrazione.
I costumi definiranno le due protagoniste in un continuo rimando di cambi e scambi, per arrivare a creare un vero e proprio gioco scenico tra le attrici.
Lo spazio scenico sarà di volta in volta modulabile e si adatterà alla natura dello spazio stesso.
Alla fine di ogni spettacolo le due attrici proporranno un’attività, della durata di circa 40 min. L’attività post-spettacolo vuole essere un momento ludico e ricreativo che permetterà ai bambini e agli adulti di passare ancora un po’ di tempo assieme, continuando a frequentare in modo diverso le tematiche del racconto. Dopo lo spettacolo agli spettatori verranno consegnati fogli e colori per restituire su carta le loro emozioni e impressioni. I disegni saranno poi regalati agli spazi di DAR=CASA per dare vita a una piccola mostra, una piccola memoria del viaggio teatrale proposto.