A volte ritornano: cultural crowdfunding pro

Rossella LombardozziDopo il successo dell’incontro di novembre scorso siamo tornati all’attacco, e con gli amici di BeCrowdy abbiamo preparato il livello “pro” del workshop sul crowdfunding culturale, che terremo il 13 e 14 maggio presso mare culturale urbano

Parleremo di come usare i social network, di budgeting, e di tutti gli  ingredienti necessari alla riuscita di una campagna, in una due giorni che combinerà elementi più teorici a esercitazioni pratiche e testimonianze.

Per l’occasione, ci siamo fatti una chiacchierata con Rossella Lombardozzi, una delle fondatrici di BeCrowdy, che co-animerà il workshop.

Rossella, ci racconti come è nato BeCrowdy?

Era il 2013, eravamo 3 amici in una situazione lavorativa precaria, lavoricchiavamo di qua e di là, cercando di rimanere ognuno nel proprio ambito professionale (io e Matteo nell’organizzazione di eventi e iniziative culturali, Francesco nella grafica pubblicitaria e nella musica). Con la “scusa” del bando Culturability, che premiava idee imprenditoriali in ambito culturali, abbiamo iniziato a lavorare su un progetto nostro, che fosse veramente utile alla produzione culturale e artistica contemporanea. Matteo ha coinvolto Chiara, che all’epoca lavorava per in un’azienda di relocation a Milano, e da lì è nato il team BeCrowdy. Ovviamente non abbiamo vinto Culturability, ma compilare una candidatura ci ha fatto lavorare e di perfezionarla in modo molto rapido sulla nostra idea. La conferma, quel segnale che arriva dall’alto, è arrivata con la vincita del bando locale On/Off, che ci ha permesso poi di essere tra i fondatori di quello che è attualmente il progetto e lo spazio Officine On/Off.

Tu come sei arrivata a questo mondo?

Direi in maniera molto casuale. In origine volevo diventare storica dell’arte, lavorare negli archivi e vivere a Barcellona. Poi per questioni più sentimentali che professionali sono tornata in Italia e mi sono imbattuta nel settore dell’organizzazione di eventi e iniziative, dal carattere culturale ma non solo, e lì ho capito che mettermi in gioco nel presente e parlare con le persone mi faceva sentire più utile che stare dietro uno scaffale polveroso. Come è ormai risaputo il settore culturale difficilmente offre una stabilità prolungata: in un momento di vuoto come dicevo prima mi sono trovata a dovere e volere creare qualcosa che fosse mio, ovviamente in condivisione con persone di cui mi fidavo e con cui volevo collaborare.

Che cosa differenzia la vostra dalle altre piattaforme?

Sicuramente il settore a cui facciamo riferimento e in cui operiamo, quello artistico-culturale. Essere di nicchia e, anche se non mi piace molto usare questa parola, “indipendenti” è un’altra caratteristica che molti progettisti e sostenitori continuano ad apprezzare negli anni. Anche l’assistenza quasi personalizzata al progettista è un aspetto che ci contraddistingue: dietro al form che filtra le richieste e i progetti che ci arrivano ci siamo noi. Molto spesso abbiamo incontrato i nostri progettisti personalmente, spessissimo li sentiamo al telefono. Insomma, il lato umano è tuttora un valore aggiunto costante e che è sempre di più in voga nei servizi online.

Ci racconti un paio di storie di campagne particolarmente interessanti?

Beh, sicuramente quella che rimarrà per forza negli annali di BeCrowdy e oserei dire nel crowdfunding italiano (almeno quello musicale): Sangue e Cenere dei Gang, che nel 2014 ha raccolto 55.000€, quasi il 1000% del budget inizialmente richiesto. Quando abbiamo visto il contatore raggiungere il 100% in 24 ore, nessuno di noi poteva davvero crederci (oserei dire neanche gli stessi Gang). Eravamo online da pochissimi mesi e avere avuto la possibilità di ospitare un progetto così rilevante e condiviso è stato un onore. Per il resto, direi che la cosa più interessante sono le piccole soddisfazioni, i piccoli progetti diffusi e i loro percorsi soprattutto post-campagna. Lose your Label, un’iniziativa di alcuni studenti dello IED di Roma. Il laboratorio XYZ che poi ha dato vita alla Scuola Open Source di Bari. Il documentario sulle Officine Meccaniche di Reggio Emilia che sta girando i festival di cinema internazionali. Insomma, direi che l’aspetto più interessante sono le dimostrazioni che quello che stai facendo è utile e ha un impatto che va anche oltre il tuo stesso progetto.

Quali sono gli errori tipici di una campagna di crowdfunding?

Sottovalutare il crowdfunding come strumento di finanziamento: una volta online – anche prima in realtà – la campagna va curata, giorno dopo giorno. Il fatto di attivare una campagna di crowdfunding, su qualsiasi piattaforma, non dà diritto in automatico a ricevere i soldi dalle persone, neanche dalle vostre nonne (cit.)

Sopravvalutare il crowdfunding: pur essendo uno strumento utilissimo non solo di finanziamento ma anche di vera e propria comunicazione, non risolve i problemi economici di un’associazione e non può coprire in assoluto tutte quante le spese del vostro progetto. Prevedete sempre un piano A, B, C, D. etc etc.
E la partnership con SMart? com’è nata? come pensi che possa servire?

Seguivo Smart da un po’ su Facebook, un giorno d’estate mi sono decisa e vi ho scritto. I nostri utenti, il nostro target, è esattamente lo stesso, solo che ognuno di noi offre servizi diversi e perfettamente integrabili tra di loro. La risposta di Smart alla proposta, in particolare di Chiara, è stata immediata e molto concreta. Dopo pochissimo tempo ci siamo conosciuti personalmente, Smart è venuto a farsi conoscere a On/Off e abbiamo organizzato un workshop sul crowdfunding culturale con 16 partecipanti. La partnership formalizza questa collaborazione e permette, da un lato, ai soci smart di avere uno sconto sui corsi di formazione organizzati congiuntamente e una consulenza individuale di 3 ore del team di BeCrowdy per l’attivazione di una campagna di crowdfunding. Dall’altro lato, permette ai progettisti della piattaforma di avere uno spazio di promozione sul blog di Smart e sui suoi canali di comunicazione. Il rapporto e lo scambio mutualistico non è sempre e sole unilaterale tra servizi e utenti, ma anche tra servizio e servizio. Ampliare il proprio network e fornire servizi aggiuntivi ormai è un valore aggiunto imprescindibile per tutte le piattaforme di economia condivisa.

** Per saperne di più:

Sulla partnership con SMarthttps://smartit.coop/cosa-facciamo/

Sul workshop:

Sabato 13 maggio
1° modulo: Gli ingredienti per una campagna di crowdfunding coi fiocchi
dalle ore 9.30 alle 1.00
Dal video al progetto, dal budget alle ricompense, passeremo a rassegna in maniera dettagliata tutti gli elementi indispensabili per l’attivazione di una campagna di crowdfunding, analizzando case histories sul territorio italiano.
2° modulo | I social network per la promozione della tua campagna di crowdfunding
dalle ore 14.00 alle 18.00

Domenica 14 maggio 2017
3° modulo | Pianificazione del budget e rendicontazione della campagna
dalle ore 9.30 alle 13.00
4° modulo | Come se dovessi andare online domani: metti in pratica le conoscenze acquisite nei 3 precedenti moduli e pianifica dalla A alla Z la tua campagna di crowdfunding.
dalle ore 14.00 alle 18.00

Per informazioni e iscrizioni, scrivi a workshop@maremilano.org (chiusura iscrizioni: 8 maggio 2017)

Quota di partecipazione: 130,0 € (100,0 € per soci Smart e coworkers di mare culturale urbano)

Indirizzo: c/o mare culturale urbano, via Giuseppe Gabetti, 15 Milano

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