Fare cultura, fare mutualismo

SMartIt incontra a Napoli la comunità dell’Asilo Filangeri per discutere di pratiche di mutualismo nel mondo dell’arte e dello spettacolo, in un evento aperto a tutte le realtà operanti sul territorio

Quando a Bruxelles, nel 1998, alcuni artisti e operatori culturali hanno fondato SMart, l’obiettivo che si erano posti era offrire ai professionisti e alle professioniste del settore artistico soluzioni che facilitassero il loro lavoro, inserendolo all’interno di un quadro giuridico in grado di garantire una migliore protezione sociale. Da qui deriva il nome stesso della cooperativo, che è l’acronimo di “Società Mutualistica Per Artisti”.
Col passare degli anni, l’attività di SMart si è estesa in 9 paesi europei, raccogliendo oltre 90.000 soci, e la sua missione è cresciuta con lei: non più solo “rimediare”, ma passare a immaginare e sostenere nuove forme di tutele sociali per i freelance e i lavoratori e le lavoratrici dell’arte, perché è chiaro che il nostro sistema di flexsecurity non è adeguato (il dettaglio della missione di SMart si può leggere sul sito di SMart Belgio, in francese). Come fare? La parola di questo lavoro di immaginazione sociale è il mutualismo: è un termine che appartiene al lessico novecentesco, che ha preso però nuovo vigore in risposta all’avvento della cosiddetta “sharing economy”. Al contrario delle premesse l’economia della condivisione ad oggi si è spesso risolta in progetti che combinano tecnologie digitali avanzate ad una massimizzazione del profitto nel senso liberale del termine (il cosiddetto capitalismo delle piattaforme). Il mutualismo è il meccanismo che permette di uscire da quest’ottica liberale per costruire un modello di impresa realmente condivisa e solidale.

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Mutualistiche” sono quelle pratiche che permettono ai singoli di beneficiare di tutele sociali altrimenti impossibili, attraverso l’assunzione del rischio e degli oneri di finanziamento da parte di una collettività. È la “condivisione” presa per il verso giusto. Le pratiche mutualistiche nascono sul lavoro, ma si intrecciano strettamente con altri territori del diritto, come quello dell’abitare e della formazione.

Per questo motivo, nell’ambito del tour di presentazioni del libro Rifare il mondo… del lavoro di Sandrino Graceffa, SMart incontrerà il progetto dell’Asilo di Napoli e la sua comunità di lavoratrici e lavoratori dell’arte, della cultura e dello spettacolo in autogoverno.

La comunità dell’Asilo è nata nel 2012 ed è riuscita a ottenere un importante riconoscimento dell’uso civico dei locali dell’Ex Asilo Filangieri, grazie a un modello innovativo di rapporto con le istituzioni, che si è tradotta giuridicamente nella Dichiarazione di uso civico del comune di Napoli. Questo documento istituisce una forma di rapporto tra Comune e comunità, tra istituzioni e cittadini, che ha tutte le caratteristiche per essere esportato oltre la città partenopea e diventare una pratica diffusa a livello europeo.

Cosa significa esattamente questa Dichiarazione? Significa, in poche parole, che il Comune ha riconosciuto l’esperienza di uno spazio di autogoverno dei lavoratori e lavoratrici dell’arte, prendendo atto di un diverso tipo di ricchezza che vi è generato: la «redditività civica» di un immobile sottratto alla svendita e alla privatizzazione per essere messo in comune. Sulla genesi e sul percorso dell’Asilo, si può leggere un efficace racconto di Anna Lucia Cagnazzi su «CheFare».

Fare cultura, fare mutualismo: cosa faremo?

Incrociando quindi le diverse esperienze mutualistiche di SMart e dell’Asilo, ci chiederemo come rendere conciliabile l’economia del dono e della cooperazione con la necessità di assicurare la soddisfazione dei bisogni di vita di ciascuno e ciascuna. Quali sono le strategie percorribili, e quali le esperienze concrete di mutualismo già in essere con cui fare rete per amplificare diritti e tutele.

Ci faremo aiutare in questa riflessione dall’esperienza della rete CTRL – Make Music Free e da quella di tutte le altre realtà che stanno mandando le loro adesioni; confronteremo i nostri punti di vista con quelli dell’amministrazione comunale della città di Napoli, rappresentata dall’Assessore al Bilancio, al Lavoro e alle Attività Economiche Enrico Panini, tentando disegnare analogie e possibili legami con l’esperienza di SMart negli altri paesi europei.

[Il programma è in via di aggiornamento… presto ne saprete di più!]

 

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