Di cosa ti occupi? A che progetto stai lavorando ora?
Sono una creativa e mi occupo, tra le altre cose, di formazione. In questo periodo nello specifico, sto collaborando con il Teatro della Lavanderia a Vapore su “Media Dance”: un progetto che porta la consapevolezza del corpo e la danza contemporanea all’interno delle scuole superiori.
Da quanto tempo sei socia Smart e cosa ti ha portata a diventarlo?
Su questo progetto avevo appunto, iniziato a collaborare in maniera occasionale con un importante organismo teatrale. La collaborazione nel tempo si è fatta più frequente e il sistema della ritenuta d’acconto ha iniziato a diventare complesso da replicare. Ero alla ricerca di una modalità alternativa all’apertura della Partita Iva ed è stato proprio l’ente con cui collaboravo che mi ha suggerito di confrontarmi con Smart. Il consiglio si è rivelato prezioso e la scoperta molto positiva: sono diventata socia a novembre 2022, questa è la terza attività per cui mi appoggio a Smart e mi sembra di aver trovato un modo di lavorare diverso rispetto a quelli che pensavo esistessero.
Raccontaci una difficoltà che hai riscontrato nel lavoro e come Smart ti ha aiutato/a superarla
Ho sempre immaginato il lavoro da dipendente e la Partita Iva come due modalità di lavoro contrapposte, entrambe con i propri oneri e onori. Attraverso Smart mi affaccio a un sistema che mi permette di avere una maggiore sostenibilità economica e al contempo di mantenere un’autonomia – un po’ come nel lavoro a P. Iva -, potendo però godere di alcuni diritti e sostegni che ti offre invece il lavoro dipendente. L’impressione è di navigare in una via di mezzo che apre molte più porte.
Se dovessi spiegare a un tuo collega i vantaggi di associarsi a Smart, cosa gli diresti?
Dal punto di vista contrattuale è molto vantaggioso, Smart si occupa di tutti i passaggi burocratici togliendo un pensiero a noi soci. Sul lungo termine è giusto e necessario fare i calcoli, ma la percentuale richiesta da Smart è più vantaggiosa rispetto al coinvolgimento di un commercialista e ai costi di una Partita Iva.
Mi piace anche l’idea che la cooperativa sia un sistema collettivo: chi un mese riesce a fare un pezzo di lavoro in più copre chi quel mese fa un po’ di meno, in ottica etica e sociale mi sembra un buon modo per gestire il lavoro.