L’azione, diversamente dalla fabbricazione, non è mai possibile nell’isolamento; essere isolati significa essere privati della facoltà di agire. (Hannah Arendt, Vita activa)
Esseri in stanze attigue di una non meglio precisata residenza conducono vite parallele. Una Voce. Un tempo sospeso, futuro ma non troppo.
Sono di età indefinita, di stato adolescenziale, di genere femminile ma non ostentato, come si conviene e come è comodo che sia. Abitano una dinamica di rispetto e dispetto con la Voce, con cui, in modi differenti, interloquiscono.
Eventuali rifiuti o irregolarità vengono presto riassorbiti da un sistema che si autoalimenta anche delle proprie disfunzioni.
Su un filo sottile, tra il comico e il tragico si muovono questi esseri.
Un improvviso tempo sospeso apre un varco inaspettato.
Di e con: Vincenza Modica, Soledad Nicolazzi, Dalia Padoa
Regia: Vincenza Modica
Disegno luci: Adriano Salvi
Disegno del suono: Luca Maria Baldini
Età: dai 14 anni in su
Quando solitudine e isolamento sono portati alle estreme conseguenze, quando predominano emozioni primordiali come la paura e la rabbia, è ancora possibile l’incontro? Quale punto di svolta potrebbe indicare una possibile sovversione di tale stato di fatto, consentendo una sorta di riscatto umano? Quali sono i canali per riscoprire varchi di comunicazione ed empatia?
Ci rivolgiamo idealmente a un pubblico di giovani e di adolescenti, poiché in questi anni, segnati dalla pandemia e dalla catastrofe ecologica e dalla guerra, sono stati e continuano a essere maggiormente esposti alle conseguenze dell’isolamento (annichilimento emozionale e asocialità).
L’intento/tentativo dello spettacolo è quello di aprire uno spazio di elaborazione collettiva del disagio che ne è derivato, in definitiva, per tutti noi e di scorgere le molteplici possibilità che la vita sorprendentemente offre.
Gli spettatori avranno la possibilità di partecipare ad un laboratorio (*) prima dello spettacolo e di lasciare una propria testimonianza al termine dello stesso; tale contributo riverbererà, di volta in volta, sulla modulazione drammaturgica delle successive restituzioni dello spettacolo.
(*) Lo sguardo dell’altro e verso l’altro, a cura di Vincenza Modica
Una riflessione attiva sul tema della mancanza di contatto tra le persone e delle alterazioni relazionali che ne possono derivare.